Spesso la mia mente e il mio corpo imprevedibilmente sconfinano per cercare risposte diverse a realtà e fatti quotidiani. E' come se si trasferissero per sfrondarsi da orpelli riduttivi alla libertà di pensiero, purificarsi da tutti quegli attaccamenti feticci e obsoleti che, per timore o ipocrita convenienza, impediscono di esprimere opinioni in completa assenza di pregiudizi, vivere la corporalità per come si è e non per come si dovrebbe essere in base a una logica classificatrice. Una dislocazione in cui ragione e fisicità entrano in quegli spazi dove si può meditare, rielaborare il sentito- veduto- vissuto da angolazioni libere e inusitate che non esulano la concretezza , la rendono vergine, priva di considerazioni condizionate da logiche altrui. Ovvero ciò che vogliono esprimere sia frutto di opinioni libere e ciò che vogliano provare sia integramente parte dell'essere. Non so ben spiegare quale meccanismo provoca questo mio sconfinare, so che avviene in quanto insito nella mia natura e ogni volta che succede mi rigenera in tutto e per tutto. In fondo non mi interessa spiegarmelo o spiegarlo, mi interessa viverlo. Perché? Perché le risposte che trovo alle mie perplessità, sono quelle che provengono nell'analizzare la realtà che mi circonda senza influenze, sono la possibilità di constatare che esistono angolazioni diverse per viverla, sono semplicemente intuizioni che mi offrono l'opportunità di scoprire e entrare in diretto contatto con quello che comunemente si ritiene una fola inventata o inverosimile, sono un vantaggio per glissare ogni forma di imbrigliamento, un quid che impedisce di rimanere schiacciati da una massificazione ovvia nella quale chi non pensa, dice, agisce nello schema codificato è escluso con bombarde di ragioni che nulla hanno a che vedere con la ragione stessa, solo con i paletti dell 'accomodato sistema del potere. Non temo i miei sconfinamenti mentali o corporali, vero che ogni volta mi stupisco ma mai li evito, ci ricavo un utile enorme, quello di non aver paura degli ossificati.
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