lunedì 21 marzo 2011
AVREI PREFERITO CHE...
martedì 15 marzo 2011
100.000 bambini!!!
Non riesco nemmeno a figurarmeli 100.000 bambini tutti insieme. Per quanto mi sforzo di concretizzare una immagine niente mi appare, lo schermo del mio pensiero rimane vuoto.
Provo a pensare a una città, più grande di 15 volte il posto dove vivo, in cui improvvisamente per uno strano scherzo del destino la popolazione ha una età massima di 11/12 anni. Non riesco a figurarmela per l'assurda innaturalezza della cosa. E poi, come posso riuscire a visualizzare 200.000 occhi che si guardano attorno per comprendere come organizzarsi per sopravvivere, se per un solo bambino che vedo in giro da solo, il cuore già mi corre a mille? Potrei riuscirsi se mi illudessi che sto sognando, vivendo una strana favola, assistendo all'allestimento di una fiction fantascientifica, altrimenti non sopravviverei allo strazio.
Eppure devo visualizzarli, questa città di giovanissimi già esiste, i 100.000 bambini non sono una invenzione della mia fantasia, come denunciano gli operatori di Save the Children è una tristissima realtà dovuta all'immane tragedia sismica che l'11 scorso ha colpito il Giappone provocando uno tsnami, senza precedenti nella nostra memoria recente. Ma è una realtà tanto dura da inghiottire che incosciamente rifiuto di renderla tangibile per non trasferirla nei miei occhi di madre. Tutti quei visetti dai grandi occhi a mandorla composti, taciturni che senza ricorrere a pianto e crisi di panico guarda, osserva, aspetta con tranquillità un qualunque aiuto per mangiare e bere, aspetta con la calma e la saggezza di un illuminato filosofo che il peggio passi, mi provocano una fitta acuta al petto, un dolore sconvolgente che mi chiude qualunque pensiero. Un popolo di più 100.000 piccoli sfollati, orfani o dispersi dai loro genitori credo che anche alle pietre strappano sentimenti di sbalordimento e sofferenza. Quello che mi stupisce, mi affascina e mi fa riflettere è il loro atteggiamento, un vero esempio che vale più di tanti discorsi. I bambini che si vedono in foto e video di notiziari, giornali e cronache varie sul disastro quasi apocalittico che ha devastato gran parte del loro paese, cancellando terre, case, vite, futuri, li ha strappati con repentina violenza agli affetti e alla quotidianità, mantengono un contegno incredibili. Direi che sono una vera lezione di dignità per certi “ nostri sapientoni” che imperversano a dire la loro sulla tragedia e nemmeno si fanno scrupolo di rispettarli ma li strumentalizzano, approfittano della loro drammatica sciagura per farci i loro “comizietti” propagandistici. Tanto sono ripugnanti questi grassi sputatutto che mi diventa perfino difficile commentarli, quanto invece mi appaiono ammirevoli e degni di massimo rispetto e considerazione i piccoli esserini che seri e senza strombazzi, sopportano disagi su disagi, al limite della sopportazione umana. Ancor più li ammiro se penso che a me il solo immaginarli nei rifugi o in strada senza più niente e nessuno mi manda in tilt. Ragionando sul loro atteggiamento oltre che incredibile mi sembra come se se nel loro DNA già fosse stato previsto e scritto un evento di proporzioni gigantesche, un po' come si leggeva negli occhi e nell'atteggiamento dei bimbi di Haiti. Di sicuro non è un atteggiamento che scaturisce all'improvviso ci vogliono anni e anni per trasformare e educare un popolo a reagire con ordine e autocontrollo agli imprevisti e a volte non basta, credo che in questi bambini ci sia qualcosa in più, come se lo spirito buono e saggio di anni di storia fosse sceso in loro, cristianamente direi che in loro è sceso lo Spirito Santo. Quello che è il respiro di Dio e, come dice San Paolo porta i doni di calma, pazienza, autocontrollo. Per meglio dire credo fermamente che il Paraclito cioè: lo spirito avvocato, soccorritore, difensore, consolatore aleggi nella tragedia, sia in mezzo a quei 100.000 bambini e opera attivamente, sia attraverso Save the Children sia in tutti quanti faranno qualcosa di concreto per aiutare questo piccolo popolo di bambini a uscire dal trauma di una catastrofe che solo pensarla fa rabbrividire. Non mi importa se chi leggerà mi prenderà per pazza ma credo anche che quanto avvenuto in Giappone sia un avvertimento, un piccolissimo “assaggio”apocalittico, annunciato dalla Vergine di tutti i popoli. Anzi sono certa perchè investe i quattro elementi della natura: terra, acqua, fuoco, aria, perchè Lei è li, è apparsa nelle fiamme della prima esplosione, perchè il popolo bambino rappresenta il monito, la parte pura della salvezza che può impedire avvenimenti impensabili a mente umana. Infine perchè avvenuta in Giappone, l'unico paese al mondo che ha subito l'esplosione della bomba atomica, frutto della follia umana e di tutti i suoi peggiori difetti e debolezze. Al momento non vado oltre ma ci tornerò. Intanto mi auguro, per me i miei figli e il resto del mondo, che chi regge le sorti temporali del pianeta comprenda e vada aldila di ciò che comunemente crede, per meglio dire non riduca sisma tellurico e tsunami come un fenomeno casistico straordinario nella virulenza ma ordinario nell'accadimento. Come non riduca quanto avviene in nord Africa e in Medio Oriente un fenomeno frutto di legittima rivendicazione popolare per liberarsi da dittature e ottenere diritti e democrazia, seppur il problema c'è, quanto avviene non è scattato per le condizioni secolari subite dalla gente e non porta in se il soffio del vento di giustizia e diritto. Spero che i “potenti” usino testa e cuore, ossia i doni che hanno ricevuti dallo spirito, non sono legati al credere ma all'essenza umana, quindi dati a tutti per utilizzarli e non per farli ammuffire o adoperarli solo a scopi di profitto egoistico di puro stampo materialista- imperialista- antiumano, solo così sapranno vedere la luce della verità. Quella che possono vedere negli occhi limpidi dei bambini seduti tra le macerie di un cataclisma.
Una preghiera per tutti i bimbi e le sorti del mondo senza dimenticare un offerta di vile denaro.
Un saluto a tutti quelli che passano
dif
la foto l'ho scaricata dal web ringrazio il suo legittimo proprietario
venerdì 11 marzo 2011
"FRATELLI D'ITALIA"
Fra pochi giorni, precisamente il 17 prossimo, ricorre il 150° anniversario della proclamazione dell'Unità d'Italia. Non starò qui a fare una ricostruzione storica né a dire il mio sconcerto per certe affermazioni sulle celebrazioni, o ancor peggio su alcuni oltraggiosi atti, verso chi spese anima e corpo o perse la vita per riunire un popolo sotto una stessa bandiera. Tanto non farei cambiare parere a nessuno, men che meno a chi assurdamente pensa che l'unificazione dell'Italia sia stata la disgrazia di una parte di questo nostro bel paese e vorrebbe dividerla, o per meglio dire cancellarla. A me fa un gran male constatare come dopo 150 anni alcuni si ostinano a fare distinguo, tra "fratelli" che calpestano lo stesso suolo, contestano la bandiera, l'inno e mortificano con cinismo chi è nato in certe regioni considerandoli malfattori, scrocconi, parassiti e succhiasangue di quelli nati in altre. Piuttosto mi sembra utile mettere il testo integrale dell'inno di Mameli in quanto pochi lo conoscono. A mio modesto parere è molto significativo. Nel leggerlo si comprende meglio lo spirito di quei "fratelli d'Italia, l'Italia s'è d'esta" che ispirarono e animarono allora poeta e musicista e quanto l'inno sia appropriato alla nostra storia di ieri e di oggi.
Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è d'esta
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa
D'ovè la Vittoria ?
Le porga la chioma
che schiava di Roma
Iddio la creò
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò, sì!
Noi fummo da secoli,
calpesti, derisi
perchè non siam popoli,
perchè siam divisi
raccolgaci un'unica
bandiera una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò, sì!
Uniamoci, uniamoci
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincere ci può?
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò, sì!
Dall'Alpe a Sicilia,
dovunque è Legnano;
ogn'uom di Ferruccio
ha il core e la man;
i bimbi d'Italia,
si chiaman Balilla;
il suon d'ogni squilla
i Vespri suonò
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò, sì!
Son giunchi che piegano
le spade vendute
Già l'aquila d'Austria
le penne ha perdute
Il sangue d'Italia
e il sangue Polacco
bevè col Cosacco
ma il cor le bruciò
Stringiamoci a coorte
siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte
l'Italia chiamò, sì!
VIVA L'ITALIA "FRATELLI"
e...sia che siate
FELICI ORGOGLIOSI O SCONTENTI DI VIVERE E APPARTENERE DAL NORD AL SUD
A QUESTO PAESE CHE E' IL PIU' BELLO DEL MONDO
UN SALUTO A TUTTI
BUON WEEK END
dif
mercoledì 9 marzo 2011
LE CENERI
sabato 5 marzo 2011
ECCO A VOI...
martedì 1 marzo 2011
SIETE IMPAZZITE????
Coccarda rosa...? mimosa...? sciarpa bianca...? ombrellino rosso....? Caspita donne ….un vero dilemma shespiriano decidere ….!!!!
E perchè non ..un bel mattarello....o una bella pentolaccia piena di brodino da distribuire in piazza per rifocillare qualche precaria clochard stazionata sul marciapiede dal figo di turno?
Ma...vi fuma il cervello o siete impazzite ?
Vi sembra una “questione” importante disquisire su un fiocchettino rosa o un rametto giallo da appuntare al petto l'8 marzo per disquisire, litigare, dividersi in fazioni rosa e gialle?
E' questa la questione prioritaria per manifestare in piazza? Se è questa io non ci sto!
Non mi va di essere una bomboniera o un vasetto portabandiera.
Ben altra è la questione aut aut da mostrare in piazza l'8 marzo.
Così.
Mai verrà l'ora Mai sarà il giorno Mai ci libereremo dalla prepotenza, dalla dipendenza maschilista, dall'uso improprio dei nostri corpi e dei nostri cervelli. Mai avremo i nostri diritti se ognuna crede di avere più ragioni dell'altra, appende il proprio destino a un fiocchetto rosa o a un rametto di mimosa, si fa partigiana di un simbolo, combatte le idee a senso unico. Mai saremo donne libere se non ci liberiamo da formali schiavitù partitiche, perchè mai saremo una corrazzata vincente, donne unite per liberarsi da gabbie pregiudizievoli secolari.
Poi..
Ci sta bene se gli uomini ci ritengono una sottospecie di costola rompipalle che si mette i pantaloni di giorno per sembrare forte, determinata, uguale a lui ma è una sciacquetta buona solo a sollazzarlo col bunga bunga e la danza del ventre di notte. Siamo noi a offrirgli mani piedi e teste per ingabbiarci in slogan, gli permettiamo di considerarci patetiche donnette che un giorno, munite di sciarpette e ombrellini, gridano: basta!!! Non ci stiamo a essere solo un corpo, siamo il motore della società, un cervello pensante e razionale che fa girare il mondo!!! E... il giorno dopo? tutta la questione delle donne sta in un bel fiocchetto rosa in testa o una mimosetta....
Sapete che vi dico?
“Essere, o non essere, ecco la questione : (....)
“e così il colore naturale della risolutezza è reso malsano dalla pallida cera del pensiero,e imprese di grande altezza e momento per questa ragione deviano dal loro corso e perdono il nome di azione. “ shakespeare
Non c'è altro da aggiungere, quando faremo nostro tal pensiero sarà l'ora …..
sarà il nuovo 8 marzo delle donne !
un saluto a tutte
dif