venerdì 25 aprile 2014

Liberazione


L'altro giorno, passando in piazza con mio nipote, mi ha chiesto come mai era tutta agghindata di bandiere. Ho risposto che era per le celebrazioni della liberazione dell'Italia che ricorre il 25 Aprile. Mi ha guardato come fossi un ufo e dopo qualche minuto ha domandato:  cos'è la liberazione?. Ho risposto: Dovresti saperlo. A scuola devono avertelo spiegato. No, ha risposto, mai. Mi è venuto un brivido di rabbia e un sapore amaro in bocca. Non è un ragazzino superficiale, è bravo e studioso per cui ho dedotto  una triste verità, una inammissibile lacuna formativa storica che annulla il valore di tante vite.  Naturalmente gli ho spiegato il motivo e l'importanza di questa celebrazione cercando di trasmettergli il valore del ricordo e della gratitudine, che la libertà non è una cosa ovvia e scontata ma una continua conquista collettiva. Soprattutto che tutte quelle bandiere  libere e festose che  infiocchettavano la piazza avevano un costo salatissimo. Naturalmente mi ha fatto un mucchio di domande, anche piuttosto inaspettate e profonde per un ragazzino, per sintesi non starò qui a riportarle, tuttavia vi dirò che hanno fatto bene alla mia memoria. Inoltre, senza ombra di dubbio ho afferrato che parole come guerra, dittatura, deportazione, resistenza, democrazia, libertà ecc vanno dette ai ragazzi e bisogna spiegarle senza timore e pregiudizi. Non solo sanno ascoltare, sanno anche rielaborare e trarre conclusioni dell'importanza di guardare alla libertà di movimento e pensiero come un bene irrinunciabile. In più domani sarebbero preparati ad affrontare consapevolmente i rischi di regimi totalitari, le trappole del potere autoritario, riconoscere i falsi miraggi egalitari, i pericoli di valori ideologici rivoluzionari tirannici e antidemocratici. Il che non mi pare poco. 

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