domenica 31 maggio 2009

LA CROCE SPODESTATA

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Noi Italiani siamo paradossali, togliamo il Crocifisso ai morti per paura che la sua vista offende qualche vivo!!!

 Possibile che non siamo più padroni di un simbolo?   Per quale motivo ci dobbiamo unificare ad un Credo? Dove finisce la libertà di professare una fede? A chi fa tanta paura una Croce su una lapide? Perchè dovremmo trasformare i cimiteri in asettici giardini? Mica ci andiamo in tour turistico, o ci passeggiamo con gli amici, ci andiamo ad onorare chi ci è stato caro. Nessuno si preoccupa se da vivi non godiamo degli stessi diritti, l'uguaglianza è fittizia, qualcuno muore di fame e qualcun altro per indigestione, lasciateci almeno la speranza che la paura assurda di qualche sciocco da morti, non usurpi i nostri diritti. Veramente c'è chi pensa che basta appiattire tutto per eliminare la discriminazione che esiste nel mondo?

Da sempre si è rispettata la volontà di chi non voleva una croce, perchè oggi si vuole rimuoverla? Sta scritto nel Vangelo: "Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome" Forse qualcuno leggendo i versetti del Vangelo di Marco si è messo in testa di applicarlo, o folleggia che è giusto e democratico togliere un diritto a tanti per concederlo a pochi!!

A volte per progredire è necessario varcare qualche frontiera ma spodestare le Croci ai morti mi sembra una bizzarria involutiva che rasenta la follia.

Se due " LEGNETTI INCROCIATI"sono fulcro di particolare attenzioni, stimolano sfrenate fantasie e reazioni assurde per farli sparire, forse l'inconscio recepisce che quei due legnetti hanno una energia e una potenza superiore all'apparenza, racchiudono un messaggio CARISMATICO, quindi bisogna evitare che si diffonda. IMPOSSIBILE....BASTA OSSERVARE.....QUEI DUE LEGNETTI....FANNO PARTE DEll'ETERE.....COME FARANNO AD ABBATTERLO???

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foto di: eldar sc. a Medjugorie

 

lunedì 4 maggio 2009

" L'OLMA "

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Ieri era una di quelle giornate in cui avevo necessità d'introspezione, di scavare nel mio profondo attraverso gli occhi della natura per sbarazzarmi di cose obsolete, rinnovarmi in spirito e materia. Così son salita sulla mia geppa e son partita senza una meta, dentro di me sapevo che il caso mi avrebbe guidato nel luogo della bisogna. Sotto la spinta sibillina che covava in me, ho preso l'autostrada, a Carpi l'ho abbandonata. Senza guardare le indicazioni dei paesi alla prima biforcazione ho svoltato a destra. Ad un certo punto noto l'indicazione "OLMA " d'istinto percepisco che quella era la mia meta, senza pensarci due volte svolto nella stradina laterale, percorro circa 2 Km in un silenzio surreale,  quel silenzio che riserva il meriggio di festa assolato in aperta campagna, nel quale gli unici suoni che arrivano sono il ronzio delle api che vagano fra le margherite per succhiare il nettare, il fruscio delle ali di farfalle e calabroni che svolazzano festosi, il frinire di qualche grillo solitario in cerca di compagnia. Il luogo ideale per stare con se stessi, camminare fra i campi lasciandosi avvolgere dalle benefiche vibrazioni emesse dai toni di verdi, assorbire l'umore della solida terra,  olma2.jpgmentre si pensa ai fatti propri, per non lasciarsi fuorviare da astrazioni inconcludenti, godere, dopo quattro giorni di pioggia, del calore corroborante del sole. Mentre scruto cercando uno spiazzo per parcheggiare la geppa, all'improvviso la vedo, alta, maestosa, enorme nell'aia d'un casolare l'OLMA  sovrasta la pianura che la contorna come una grande madre ancestrale, protettiva e al tempo stessa severa, l'emozione che si prova guardandola è difficile da descrivere, è come se un sogno si materializzasse nel momento che non aspetti. Un cartello spiega che è un esemplare secolare, monumento nazionale protetto dal WWF della specie ULMUS CARPINIFOLIA o CAMPESTRIS. Intimorita da tanta maestosità mi avvicino, le giro intorno, cerco di abbracciarla per assorbire calore e suoni chiusi in lei, il tronco è enorme, da soli non si riesce a circondarlo, allora mi siedo ai suoi piedi, poggio la schiena sulle radici contorte, alzo gli occhi per ammirare la sua immensa chioma ricoperta da giovani foglie d' un verde smagliante e afferro il messaggio. Questa volta non era necessario che maciullassi le meningi, il messaggio era chiaro dovevo stare solo un po'  sotto la grande OLMA, bastava ascoltare i suoni delle mie "cavità interiori", rinnovare le mie frondi senza sbarazzarmi di nulla, dovevo lasciare che le vecchie foglie cadessero da sole,  a mano a mano  gemme nuove spuntavano innovando e vivificando la mia "vecchia" struttura. Sono rimasta lì 2 ore, senza un pensiero preciso, ho lasciato che tempo e spirito fluissero finchè ho avvertito che il "tumulto" bioritmico diventava una piacevole sensazione di freschezza e vitalità che riconciliava le mie frastagliate sensazioni di metamorfosi. Dopo aver ringraziato la generosa  Olma per avermi ospitato e consigliato, mi sono diretta in paese, volevo sapere qualcosa in più sull'olmo secolare e sfamare lo stomaco che brontolava. Al bar del paese tutti conoscevano la storia centenaria, una storia bella e romantica che cercherò di sintetizzare:

" L'OLMA "è un esemplare secolare di olmo chiamato al femminile dagli abitanti del paese per la sua regale generosità nel donare ogni anno  foraggio, frutti e fascine. Un brutto giorno alcuni abitanti della Valle d'AOSTA per gelosia scesero giù e lo tagliarono a metà, volevano che il loro OLMO BIANCO non avesse concorrenti, che fosse il più grande. Ma in una notte di luna piena l'OLMA ricrebbe come prima, l'indomani si sradicò, partì infuriata per la Valle d'Aosta, voleva vendicarsi. Trovò l'Olmo Bianco, ingaggiò una lotta furiosa finchè lo battè. A fine combattimento stremata dallo sforzo guardando l'Olmo Bianco mal ridotto si innamorò, fece la pace e decise di sposarlo. Il giorno dopo si unirono in matrimonio. Dopo una notte d'amore infocata i due olmi innamorati stabilirono che ognuno avrebbe vissuto nel proprio paese per non dare un dolore agli abitanti. A testimonianza del loro amore nacque l'Olmo Campestre che attualmente forma la zona verde della scuola del paese."

 Proprio una storia romantica!  Ho passato un pomeriggio fantastico e pieno di intense emozioni. Ho saputo che anche l'OLMO BIANCO vive ed è un'altro esemplare di monumento secolare della natura protetto dal WWF, spero un giorno di passare da quelle parti per portargli i saluti dell'OLMA.