Martedì, la mia amica Lu con tono perentorio mi ha detto: “muovi le chiappe e vieni tre giorni a rinfrescarti al mare” Stanca del caldo e dell’afa ho accettato l’invito e l’ho raggiunta. Siamo amiche bensì abbiamo idee e gusti diversi perciò sapevo che sicuramente mi sarei ritrovata fra gente che ama esserci e non passa inosservata. Infatti, quando siamo scese al mare nel vedere una sfilza di costolette dorate, con accanto salsicciotti lustri d’olio, sdraiati in morbidi letti per abbrustolirsi, sotto gazebo con drappeggi, tavolini con su enormi piatti di frutta, beveraggi colorati e quant’altro servisse a migliorare le ore di parcheggio balneare, ho avuto una sensazione di disagio, mi sembrava d’esser fra alcove di convegni amorosi invece che sul litorale per prendere il sole tra una sguazzata e l'altra. Naturalmente Lu mi ha presentato a un sacco di persone ma ero così frastornata che ho stretto tante mani e afferrato pochi nomi, tuttavia fra sorrisi e occhialoni non ho potuto fare a meno di avvertire un serpeggio di noia spossante A fine vacanza , scorrendo fatti e persone mi è parso d’aver passato tre giorni al museo delle cere. Quei corpi belli e sodi, schierati in prima fila e sventolati a richiamo di subappalti per mastri ceraioli non diffondevano calore umano e vitalità espressiva, e, le conversazioni sembravano manoscritti di cronistorie a soggetto unico. Quelle pupattole, oltre ad avere interessi limitati a migliorare i loro lati B, A e G con botulino, acido ialuronico creme e cremette, ingrandire il loro conto in banca , rifornire il guardaroba e l’agenda degli incontri, intrecci e viaggi, per farla breve risultavano impalcature parlanti che se facevi tanto di smuovere un’assicella gli crollava tutto l’ambradan socio- economico che gli garantiva visibilità egocentrica, schiere di amici.. e un modo di vivere in prima fila, cioè da VIP
Così, quando a casa mi è capitata fra le mani l’immagine di Madre Teresa, mi è venuto spontaneo il confronto tra donne che senza il potere, gli amici, le feste, i drink, le barche, i club esclusivi e l’ appartenenza ad un ceto sociale elevato si sentono svotate, smarrite, perdono colore e grinta e donne " invisibili" coraggiose e altruiste che si prodigano, combattono e sacrificano la loro esistenza per alleviare le sofferenze dei dimenticati dal cosiddetto: “ uomo civilizzato, evoluto, acculturato, democratico " (??? -pensa un po’ se era cavernicolo…) Donne generose che prima pensano ai propri simili costretti da sopraffazioni egoistiche a vivere in condizioni umilianti e poi a loro, vive e palpitanti, animate da ideale di giustizia socio-politica che non tollera lo strapotere e il profitto che affama, spoglia, deruba e schiavizza. Colme di amore e sensibilità solidale verso poveri, deboli, malati, drogati, alcolizzati abbandonati al loro triste destino dall’ indifferenza di governi, collettività e peggio familiari con spirito vocazionale teso a lottare ogni forma di abuso, specie quello esercitato su bambini da gente viziosa, senza scrupoli, spesso dedita a traffici che a definire illeciti è una bazzecola. Armate di impegno etico per restituire agli emarginati dignità e diritti sottratti loro da un sistema iniquo e antidemocratico, hanno scelto deliberatamente un sistema di vita disagiato, spesso maturato da convinta fede a perseguire un modello di universalità fraterna che esclude qualsiasi forma di vessazione. Donne dagli obiettivi chiari e concreti che sfruttano le loro risorse intellettuali e fisiche per soccorrere chi è in difficoltà senza contropartita. Donne consapevoli, capaci di andare controcorrente, dimenticare se stesse per beneficio di altri, sostenere battaglie umanitarie fra ostilità e persecuzioni d’ogni genere con autentica passione. Disponibili a morire col sorriso piuttosto che piegarsi alle leggi assurde dell’uomo, abbandonare o rinnegare gli ideali d’un servizio assoluto al prossimo per salvare la pelle. Donne libere da pregiudizi, indomite e competenti, quasi sempre dai volti sereni e con gli occhi scintillanti, prive di subbugli interiori di ambizioni mancate, invidie, angosce e maschere d’ipocrisia che invece assillano e schiavizzano le altre. Se hai la fortuna di avvicinare una di queste donne, come mi è capitato tempo fa nel visitare l’orfanatrofio “ FAMIGLIA FERITA” in Bosnia Erzegovina, percepisci qualcosa d’insolito e indefinibile, una sensazione di fierezza e soddisfazione profonda. Se l’analizzi attraverso le condizioni in cui vivono e operano ti sembra impossibile. Emanano un profumo di forza naturale ma non di trascendenza, piuttosto di smaliziata e concreta visione della realtà che stupisce. Avverti che agiscono con determinazione entusiasta, parlano della vita, della debolezza umana, degli obbrobri che seminano guerre ed individualismo senza verdetti di condanna irreversibili, espongono con crudezza sintetica fatti, conseguenze infami di sofferenza senza sdegni o filosofie pitocche. Comprendi che sono tante gocce preziose, anonime nel grande mare per l’occhio sbadato ma ben visibili alla fauna che s’agita nell’acque profonde perché ognuna di quelle gocce coopera alla sua sopravvivenza, è fonte indispensabile per non rendere il mare una pozzanghera fangosa. Donne che si caricano di pesi impropri senza fronzoli e giri di parole, all’apparenza delicate e fragili ma nella sostanza rocce salde che non hanno bisogno di ammennicoli costosi e schiere di amici sottraendo congrue fette dei donativi per sentirsi realizzate, gli basta dignità, coraggio, fede, ambizione a confortare, curare, istruire sfamare, impedire degrado, prostituzione, illegalità. Talvolta si sente affermare che donne simili privilegiano valori astratti a scapito di quelli terreni, sono più interessate a convertire e far pregare il Dio in cui credono che orientare al progresso, niente di più falso se si ode dire “ Nessuno viene messo alla porta o perde il diritto di restare in questa comunità perché è maggiorenne se non ha almeno un diploma d’istruzione superiore, un lavoro che gli garantisce una casa, l’indipendenza economica e morale, altrimenti sarebbe come buttarlo in pasto ai falemici del mondo. “ - Magari si sentisse da certe bocche !!!
Basta un mese di condivisione della loro realtà per capire che la fede è il loro motore ma il rispetto della volontà altrui, il bramare che tutti gli esseri vivano in pari dignità è il punto di arrivo. Donne speciali, competenti e per niente sempliciotte, più visibili delle visibili perchè dal loro comportamento la società può estrarre riflessioni utili e certi social politicanti che il loro chiacchiericcio è vergognoso e inconcludente. Donne invisibili che purtroppo conquistano un trafiletto Ansa e qualche ora di attenzione sulle prime pagine solo quando finiscono massacrate e rapite, mentre le visibili ci son sempre per amorazzi, spiaggiamenti con questo o quello purché influente, partecipazioni in reclusori con scimmiottamenti della realtà e un sacco di robe vane, una tantum per altruismo sbandierata per settimane. Però la vicinanza con donne visibili, se non fai parte del sistema e della mentalità che circola, dopo un po’ diventa una noia mortale, mentre lo stare accanto alle invisibili è stuzzicante perché ti arma di coraggio per sopportare le incongruenze e ti rifocilla lo spirito spappolato dalla cruda realtà.
Bello questo tuo post sulle donne invisibili, la tua analisi è un po' spietata ma fa riflettere. :-))))))
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