sabato 29 agosto 2009
Simbiosi
domenica 23 agosto 2009
LE INVISIBILI VISIBILI
Martedì, la mia amica Lu con tono perentorio mi ha detto: “muovi le chiappe e vieni tre giorni a rinfrescarti al mare” Stanca del caldo e dell’afa ho accettato l’invito e l’ho raggiunta. Siamo amiche bensì abbiamo idee e gusti diversi perciò sapevo che sicuramente mi sarei ritrovata fra gente che ama esserci e non passa inosservata. Infatti, quando siamo scese al mare nel vedere una sfilza di costolette dorate, con accanto salsicciotti lustri d’olio, sdraiati in morbidi letti per abbrustolirsi, sotto gazebo con drappeggi, tavolini con su enormi piatti di frutta, beveraggi colorati e quant’altro servisse a migliorare le ore di parcheggio balneare, ho avuto una sensazione di disagio, mi sembrava d’esser fra alcove di convegni amorosi invece che sul litorale per prendere il sole tra una sguazzata e l'altra. Naturalmente Lu mi ha presentato a un sacco di persone ma ero così frastornata che ho stretto tante mani e afferrato pochi nomi, tuttavia fra sorrisi e occhialoni non ho potuto fare a meno di avvertire un serpeggio di noia spossante A fine vacanza , scorrendo fatti e persone mi è parso d’aver passato tre giorni al museo delle cere. Quei corpi belli e sodi, schierati in prima fila e sventolati a richiamo di subappalti per mastri ceraioli non diffondevano calore umano e vitalità espressiva, e, le conversazioni sembravano manoscritti di cronistorie a soggetto unico. Quelle pupattole, oltre ad avere interessi limitati a migliorare i loro lati B, A e G con botulino, acido ialuronico creme e cremette, ingrandire il loro conto in banca , rifornire il guardaroba e l’agenda degli incontri, intrecci e viaggi, per farla breve risultavano impalcature parlanti che se facevi tanto di smuovere un’assicella gli crollava tutto l’ambradan socio- economico che gli garantiva visibilità egocentrica, schiere di amici.. e un modo di vivere in prima fila, cioè da VIP
Così, quando a casa mi è capitata fra le mani l’immagine di Madre Teresa, mi è venuto spontaneo il confronto tra donne che senza il potere, gli amici, le feste, i drink, le barche, i club esclusivi e l’ appartenenza ad un ceto sociale elevato si sentono svotate, smarrite, perdono colore e grinta e donne " invisibili" coraggiose e altruiste che si prodigano, combattono e sacrificano la loro esistenza per alleviare le sofferenze dei dimenticati dal cosiddetto: “ uomo civilizzato, evoluto, acculturato, democratico " (??? -pensa un po’ se era cavernicolo…) Donne generose che prima pensano ai propri simili costretti da sopraffazioni egoistiche a vivere in condizioni umilianti e poi a loro, vive e palpitanti, animate da ideale di giustizia socio-politica che non tollera lo strapotere e il profitto che affama, spoglia, deruba e schiavizza. Colme di amore e sensibilità solidale verso poveri, deboli, malati, drogati, alcolizzati abbandonati al loro triste destino dall’ indifferenza di governi, collettività e peggio familiari con spirito vocazionale teso a lottare ogni forma di abuso, specie quello esercitato su bambini da gente viziosa, senza scrupoli, spesso dedita a traffici che a definire illeciti è una bazzecola. Armate di impegno etico per restituire agli emarginati dignità e diritti sottratti loro da un sistema iniquo e antidemocratico, hanno scelto deliberatamente un sistema di vita disagiato, spesso maturato da convinta fede a perseguire un modello di universalità fraterna che esclude qualsiasi forma di vessazione. Donne dagli obiettivi chiari e concreti che sfruttano le loro risorse intellettuali e fisiche per soccorrere chi è in difficoltà senza contropartita. Donne consapevoli, capaci di andare controcorrente, dimenticare se stesse per beneficio di altri, sostenere battaglie umanitarie fra ostilità e persecuzioni d’ogni genere con autentica passione. Disponibili a morire col sorriso piuttosto che piegarsi alle leggi assurde dell’uomo, abbandonare o rinnegare gli ideali d’un servizio assoluto al prossimo per salvare la pelle. Donne libere da pregiudizi, indomite e competenti, quasi sempre dai volti sereni e con gli occhi scintillanti, prive di subbugli interiori di ambizioni mancate, invidie, angosce e maschere d’ipocrisia che invece assillano e schiavizzano le altre. Se hai la fortuna di avvicinare una di queste donne, come mi è capitato tempo fa nel visitare l’orfanatrofio “ FAMIGLIA FERITA” in Bosnia Erzegovina, percepisci qualcosa d’insolito e indefinibile, una sensazione di fierezza e soddisfazione profonda. Se l’analizzi attraverso le condizioni in cui vivono e operano ti sembra impossibile. Emanano un profumo di forza naturale ma non di trascendenza, piuttosto di smaliziata e concreta visione della realtà che stupisce. Avverti che agiscono con determinazione entusiasta, parlano della vita, della debolezza umana, degli obbrobri che seminano guerre ed individualismo senza verdetti di condanna irreversibili, espongono con crudezza sintetica fatti, conseguenze infami di sofferenza senza sdegni o filosofie pitocche. Comprendi che sono tante gocce preziose, anonime nel grande mare per l’occhio sbadato ma ben visibili alla fauna che s’agita nell’acque profonde perché ognuna di quelle gocce coopera alla sua sopravvivenza, è fonte indispensabile per non rendere il mare una pozzanghera fangosa. Donne che si caricano di pesi impropri senza fronzoli e giri di parole, all’apparenza delicate e fragili ma nella sostanza rocce salde che non hanno bisogno di ammennicoli costosi e schiere di amici sottraendo congrue fette dei donativi per sentirsi realizzate, gli basta dignità, coraggio, fede, ambizione a confortare, curare, istruire sfamare, impedire degrado, prostituzione, illegalità. Talvolta si sente affermare che donne simili privilegiano valori astratti a scapito di quelli terreni, sono più interessate a convertire e far pregare il Dio in cui credono che orientare al progresso, niente di più falso se si ode dire “ Nessuno viene messo alla porta o perde il diritto di restare in questa comunità perché è maggiorenne se non ha almeno un diploma d’istruzione superiore, un lavoro che gli garantisce una casa, l’indipendenza economica e morale, altrimenti sarebbe come buttarlo in pasto ai falemici del mondo. “ - Magari si sentisse da certe bocche !!!
Basta un mese di condivisione della loro realtà per capire che la fede è il loro motore ma il rispetto della volontà altrui, il bramare che tutti gli esseri vivano in pari dignità è il punto di arrivo. Donne speciali, competenti e per niente sempliciotte, più visibili delle visibili perchè dal loro comportamento la società può estrarre riflessioni utili e certi social politicanti che il loro chiacchiericcio è vergognoso e inconcludente. Donne invisibili che purtroppo conquistano un trafiletto Ansa e qualche ora di attenzione sulle prime pagine solo quando finiscono massacrate e rapite, mentre le visibili ci son sempre per amorazzi, spiaggiamenti con questo o quello purché influente, partecipazioni in reclusori con scimmiottamenti della realtà e un sacco di robe vane, una tantum per altruismo sbandierata per settimane. Però la vicinanza con donne visibili, se non fai parte del sistema e della mentalità che circola, dopo un po’ diventa una noia mortale, mentre lo stare accanto alle invisibili è stuzzicante perché ti arma di coraggio per sopportare le incongruenze e ti rifocilla lo spirito spappolato dalla cruda realtà.
giovedì 20 agosto 2009
OMBRA
Nel bagliore d’un sole
Un incontro casuale
Accende la fantasia
L’anima vibra
S’infiamma… protende
Mistero e sogno
Frangon la via
Sapori e fulgori
Intreccian sussurri
Chi sei tu?
Una scia
Chi son io?
Un ombra
giovedì 13 agosto 2009
Agosto
MESSI PROFUMATE
RIPOSTE E STIPATE
SUSSURRANO
DELICATE FRAGRANZE
ODOROSI SUDORI
OPEROSI VIGORI
PROMESSE MANTENUTE
TENERI ARDORI
INEBRIATI E VIBRANTI
SOTTO CIELI STELLATI.
SILENZI INTERROTTI
D’ACQUE SCOSCESE
NASTRI SERPINI
FRA BOSCHI E PENDII
LATORI GIULIVI
D’INNEVATE CIME
ASSOLATE E SASSOSE
BRUGHIERE INCASTRATE
GERMINATRICI D’ANELITI
SPETTATRICI DI SEGRETI
GORGOGLIATI D’ANIME
INNAMORATE E INTRICATE
SOLITARIE E ABBANDONATE
DA PROMESSE ARRUFFATE
CON MESSI PROFUMATE
STIPATE E RIPOSTE
NEI MEANDRI DEL CUORE
FRAGRANTE E ODOROSO
LONTANO E PENSIEROSO
SOTTO UN CIELO STELLATO
SCALDATO DA UN AGOSTO
D’UNA ROVENTE ESTATE
domenica 9 agosto 2009
LA MAGIA DELLE STELLE DI SAN LORENZO
Dipinto del martirio di SAN LORENZO del BEATO ANGELICO
Ogni anno, il X agosto, per la mia città di origine è un giorno importante e particolare: si ricorda con tante manifestazioni religiose e culturali la barbara morte dell’innocente SAN LORENZO e al contempo si rinnovano le leggende delle scintille di fuoco, fiorite e radicate nell’immaginario collettivo intorno al Suo supplizio. Per me quest’ultime sono importanti e sacrali quanto le prime, mi riportano alla mente un festoso mondo di bambina vissuto con gioia e spensieratezza tra sacro e profano insieme alle persone che in quel momento rappresentavano certezze, speranze, affetti, futuro e che oggi sono introvabili, disperse dagli eventi della vita o salite in vette inviolabili.
La mia memoria cerca di coltivare e tramandare le tradizioni folcloristiche che allora accesero l’entusiasmo e la fantasia di fanciulla, sia per non disperdere un patrimonio popolare sia per ritrovare volti, odori e sapori che altrimenti il tempo cancellerebbe.
Come ho accennato varie sono le leggende più o meno misteriose che si riferiscono al supplizio del Santo. Quella che mi affascina rievoca le anime senza sonno che vagano nella volta sconfinata del cielo e ogni 10 agosto fra le dieci e la mezzanotte tornano in terra sotto forma di meteore ed a chi riesce con lo sguardo a intercettarle ed a seguire il loro percorso concedono l’avverarsi d’un desiderio. Quella che però sento profondamente è la leggenda legata al martirio del Santo. Secondo i racconti tramandati, il giorno della sua morte il cielo apre le sue porte segrete e per tre giorni rovescia sulla terra tutte le lacrime di dolore versate da una stella mentre guardava S. LORENZO, posto su una graticola, ardere tra le fiamme e invece di gemere diceva sorridendo ai suoi aguzzini : “SONO COTTO DA QUESTA PARTE, GIRATEMI DALL’ALTRA E POI MANGIATEMI “ Quelli furibondi lo fecero a pezzi e gettarono i suoi resti alla plebe affamata. Da allora ogni anno il giorno della sua morte chi si sdraierà sotto la volta celeste sopra a un lenzuolo bianco dopo essersi purificato, bagnandosi sette volte la fronte con acqua cristallina o immergendosi in mare o in una fontana, se avrà l’animo sincero e addolorato come la stella non solo potrà vedere le sue lacrime ma potrà raccoglierle sotto forma di minuscoli granellini. I granellini conservati in un sacchetto diventeranno una protezione che li salvaguarderà dal fuoco, dalla ferocia e dall’ingiustizia. Si racconta anche che un soldato romano che assisteva alle torture, tramite una graticola posta su carboni ardenti, raccolse con uno straccio le gocce di sangue e grasso che colavano dal corpo del Santo mentre spirava. Le portò al paese di Amaseno dove tuttora è custodito e ogni 10 di agosto dallo straccio cola il Sangue di S. Lorenzo, a chi si reca a vederle con nel cuore dolore e rigetto per ogni forma di tortura e male il Santo concede un Miracolo spirituale.
Un’altra tradizione racconta che il cielo ad ogni anniversario della morte di SAN LORENZO piange copiosamente per tre giorni. Le lacrime sono i lucciconi del fuoco arrivati fino in cielo. Vuole ricordare all’umanità che malvagità e crudeltà continuano a martirizzare gli innocenti. I lucciconi mentre scendono si tramutano in stelle filanti o in minuscole fiammelle come quelle che si staccavano dalla graticola e cadevano qua e là per significare che esiste la speranza, un giorno verranno sconfitte e il bene trionferà sul male. Per questo a chiunque si associa al dolore del cielo versando lacrime con animo sincero senza abbandonare la speranza mentre guarda lo sciame stellare che cade gli viene concesso in premio l’avverarsi d’un desiderio, sia se lo esprime apertamente sia se per virtù non osa.
Quand’ero bambina e ancora l’aria era tersa e limpida ed era facile vedere i lucciconi del cielo, la sera di S, Lorenzo, verso le dieci con il beneplacito dei genitori, insieme alle amiche più care, animata dalla fantasia e dalla voglia di stare fuori casa fino a tardi, andavo a sdraiarmi su una collinetta vicina a casa, oggi ricoperta da un nugolo di palazzoni non si vede neanche più. Di solito vestite di bianco o d’un colore chiaro, convinte che renderci il più possibile visibili ci attirava il favore del cielo, riuscivamo a vedere un mucchio di stelle filanti e potevamo esprimere tanti desideri. E’ un ricordo bellissimo che tuttora mi accompagna. Rimanevamo li in silenzio, come tante mummie con il naso all’aria mentre intorno il buio, il caldo, i rumori della natura ci avvolgevano e creavano una atmosfera magica e surreale finché una di noi non urlava di gioia per aver adocchiato una scia luminosa ed espresso il desiderio. A volte le stelle filanti, che noi chiamavamo capelli d’angelo tanto erano belle, brillanti e inverosimili, scendevano così in fretta che era difficile contarle e allo stesso tempo formulare un desiderio. Infatti mentre tornavamo a casa felici e soddisfatte ridevamo prendendoci in giro, nessuna di noi si ricordava quante stelle aveva visto e quanti desideri aveva espresso, così diventava tutto una specie di misteriosa favola e un insieme di vivaci congetture da scoprire che ci accompagnavano fino all’anno successivo.
La sera di San Lorenzo vado ancora a sdraiarmi in qualche luogo dove possibilmente non arriva il frastuono ma regna solo il rumore della natura con la speranza di vedere una lacrima del cielo che si tramuta in stella filante in modo da esprimere un desiderio e mantenere le mie radici. Ma sarà per l’inquinamento che rende difficoltoso vedere il cielo limpido, perchè non ho più la spensieratezza di allora, non mi vesto di bianco, o perché so che il fenomeno delle stelle cadenti in realtà è dovuto ai detriti d’una vecchia cometa che gira intorno al sole, una volta all’anno la terra ne incrocia l’orbita, le particelle entrano nell’atmosfera terrestre e mentre cadono s’incendiano, l’atmosfera non l’avverto magica, la fantasia non vola e non cerca di esplorare con occhi sognanti lo sconfinato brillio. Così raramente riesco a vedere i lucciconi del pianto celeste e solo eccezionalmente ho la possibilità di esprimere un desiderio, però dal mio cuore non sparisce la devozione al Santo. Anche stasera andrò in un oasi e , come tanti altri mi apposterò con il naso all'aria in attesa che la magia delle stelle si ripeta per sognare l'avverarsi d'una aspirazione. Mi auguro che la luna sia benigna, non mi offuschi la vista d’una lacrima dei desideri, per evitarlo ripeterò la breve filastrocca insegnatami da mia madre: " Stella stellina fammi vedere la tua luccicante codina, e tu luna non essere avara e birichina. " Un tempo funzionava, almeno una stella cadente riuscivo a vederla per affidargli il mio desiderio!!!
San Lorenzo era originario di un paesetto d’ Aragona, Osca, morì martirizzato e decapitato a Roma il x agosto del 258, 4 giorni dopo la morte di Sisto II suo grande amico, per l’editto promulgato dall’imperatore Valeriano: « Episcopi et presbyteri et diacones incontinenti animadvertantur » (Tascio Cecilio Cipriano, Epistola lxxx, 1)
E’ molto venerato ed è il protettore dei pompieri, fochisti, rosticcieri e di tutti coloro che per lavoro o necessità hanno bisogno del fuoco.
venerdì 7 agosto 2009
UNA POESIA PER AMICA
Per quanto sta in te
E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balía del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.
Costantinos Kavafis